L’esigenza è nata in seguito alla realizzazione della nuova sezione di trattamento chimico- fisico delle acque reflue industriali in ingresso e di due nuovi comparti di sedimentazione primaria. L’aria inspirata dalle vasche coperte doveva essere convogliata in uno specifico impianto di trattamento in grado di assicurare valori dell’idrogeno solforato al di sotto dei limiti stabiliti dalla Regione.
La ricerca di un processo che permettesse di raggiungere questi risultati ha evidenziato la necessità di trovare una soluzione diversa da quelle già esistenti sul mercato.
Di qui lo sviluppo dell’attuale desolforatore, costituito da due colonne di assorbimento dove l’aria inspirata viene sottoposta a un lavaggio chimico per poi essere ulteriormente raffinata attraverso un trattamento biologico e solo allora emessa in atmosfera.
Lo scorso novembre sono stati trasmessi agli enti competenti i risultati del collaudo funzionale, che è stato condotto da luglio a settembre con il supporto di un laboratorio esterno certificato.
Fin dal primo avvio l’impianto ha dimostrato di lavorare secondo le aspettative, restituendo valori di idrogeno solforato costantemente entro i limiti. Nel punto di emissione, infatti, è stata installata una sonda che opera con una frequenza di rilevazione continua, h24.
Dati gli esiti positivi del progetto, è stato avviato anche l’iter di registrazione del brevetto. La nuova tecnologia rappresenta un know how replicabile in altre situazioni, sia che si tratti di impianti di depurazione sia di singole aziende.
Da un punto di vista ecologico il desolforatore presenta alcuni aspetti particolarmente interessanti. La soluzione di lavaggio segue la logica di gestione a ciclo chiuso, ovvero una volta utilizzata non viene smaltita e sostituita con una soluzione vergine, bensì viene rigenerata e riutilizzata.
Inoltre, dal trattamento dell’aria si ricava una miscela di zolfo che, a seguito di un suo raffinamento, potrebbe essere riutilizzata come materia prima, orientando quindi l’intera filiera verso un modello di economia circolare.
“Siamo molto orgogliosi di questo risultato che contraddistingue il nostro impegno verso la qualità dell’aria oltre che dell’acqua – afferma il presidente di Medio Chiampo Giuseppe Castaman -. Si tratta di un investimento importante, di circa 900.000 euro, a cui si aggiungono costi di gestione che superano i 150.000 euro. L’effetto sull’ambiente di lavoro all’impianto e in generale sul territorio è notevole e abbiamo tutta l’intenzione di replicare il progetto, opportunamente dimensionato, anche presso la centrale di sollevamento in via Lungochiampo. La nostra volontà è di continuare a presidiare l’ambiente in maniera concreta, unitamente ai nostri comuni soci rappresentati dal sindaco di Montebello Vicentino Dino Magnabosco e dal sindaco di Zermeghedo Luca Albiero”.
“L’impianto di desolforazione - afferma il sindaco Dino Magnabosco - è certamente un traguardo molto importante, che si inserisce in un percorso di miglioramento ambientale che in questi anni ci ha visti impegnati assieme a Medio Chiampo e con la collaborazione delle aziende nella tutela del benessere dei cittadini”.
“La complessità della gestione ambientale – sottolinea il sindaco Luca Albiero – richiede concentrazione e volontà di risolvere i problemi passo dopo passo, in maniera tangibile. Quest’opera ne è un esempio evidente, così come altri significativi interventi che stiamo portando avanti in collaborazione con tutti gli enti preposti”.